Letteratura Archives - Innovari https://www.innovari.it/portfolio-category/letteratura/ arte d'italia Fri, 21 May 2021 11:30:53 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.2 https://www.innovari.it/wp-content/uploads/2021/05/cropped-art-palette_47204-32x32.png Letteratura Archives - Innovari https://www.innovari.it/portfolio-category/letteratura/ 32 32 Commedia dell’arte https://www.innovari.it/portfolio/commedia-dellarte/ Fri, 23 Oct 2020 22:41:42 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/portfolio/textile-designers-copy/ La fusione della direzione classica con quella nazionale, caratteristica del XVI secolo, si rifletteva soprattutto nel dramma.

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La fusione della direzione classica con quella nazionale, caratteristica del XVI secolo, si rifletteva soprattutto nel dramma. Le tragedie di solito imitavano Sofocle, ma erano scritte in versi bianchi a undici toni. Le prime tragedie, così scritte: “Sofonizba” – Trissino, “Rosamunda” e “Orestes” – Rucellai, “Tullia” – Ludovico Martelli, “Dido in Carta gine” – Alessandro Pozzi Medici, ecc. imitazioni prive di talento dell’arte greca.

Il coro è particolarmente strano sul palcoscenico italiano. Era anche difficile sostituire con qualcosa di adatto l’idea del destino, che giocava un ruolo così importante per i greci.Il tragismo era solitamente inteso come l’orrore di omicidi e torture che avvenivano, però, dietro le quinte. Gianbattista Giraldi introduce l’imitazione di Seneca. Le sue commedie Tieste e Orbecke sono piene di monologhi rauche nello spirito di un retore romano.

Il numero di tragedie che seguirono è molto ampio; le più importanti: “Kanache” – Sperone Speroni, “Oraciya” – Aretina (una delle commedie di maggior successo), “Marianna” – Dolce, “Adriana” – il poeta cieco Luigi Groto, “Gismonda” – Asinari, ” Torrismondo “- Torquato Tasso e altri. Gli italiani introdussero molta più originalità nella commedia. La commedia è iniziata anche imitando Plauto. Contemporaneamente (1509) furono scritti “Suppositi” dell’Ariosto e “Calandria” del Cardinal Bibien. Tre anni dopo apparve la Mandragola di Machiavelli, uno dei cani più interessanti del repertorio italiano dell’epoca.

L’autore ha saputo inserirvi la satira della vita contemporanea e elevarsi al di sopra della semplice imitazione. Meno successo è il suo altro gioco, Cletia. La commedia “Aridosia” di Lorenzini Medici integra anche molto di puramente italiano nei tipi tradizionali romani. Ciò è particolarmente vero per le commedie di Pietro Aretino: “Ipocrito”, “Cortegiana”, “Talanta”, “Marescalco”. Lo stesso si può dire di “Ragged” Annibal Caro e “Assinola” Chekka.

La trama di queste ultime due commedie non è più tratta da Plauto, ma direttamente dal vero. Tale è anche la commedia Candellaio di Giordano Bruno (1582); l’autore ha saputo dare un significato più profondo al suo realismo immediato. La maggior parte di questi drammi e commedie furono rappresentati alla corte dei papi a Roma. Leone X era particolarmente appassionato di spettacoli drammatici. Anche in altre corti, soprattutto a Ferrara, divenne consuetudine organizzare spettacoli in occasione di varie celebrazioni, rappresentate solitamente da dilettanti; così il cieco Groto ha ritratto Theresia in Re Edipo; ma molto presto in Italia cominciarono ad apparire attori professionisti, i cui titoli di studio erano apparentemente molto alti.
I ruoli femminili sono stati interpretati da ragazzi. Il palco era solitamente una piazza e non cambiava mai. La classica richiesta di unità del luogo coincideva con le abitudini di vita italiane. In generale, la commedia di Plavtov si è abituata ai costumi italiani e ha creato qualcosa di nuovo; Eroi della commedia preferiti: Dottore, Pedant, Avaro, Old Man in Love, Boy, Boastful Captain e giullari schiavi provengono direttamente da Plauto, ma sono diventati tutti veri italiani. Sono stati presi in prestito anche gli archi delle commedie con travestimenti eterni, rapimenti di bambini da parte di ladri, confessioni inaspettate, ma le città di mare dove si svolge l’azione, con mercanti che vendono all’estero, cortigiane e ogni sorta di furfanti, hanno rappresentato delle vere città italiane.

Laska, autrice de La Gelosia (1550), La Strega, La Sibilla, ecc., Esigeva più naturalezza nell’azione; lui stesso, tuttavia, non era in grado di soddisfare questa richiesta. Oltre alla commedia letteraria, in Italia c’era anche una forma popolare di essa: la farsa. Di solito qui venivano rappresentate scene di vita popolare. L’autore di una delle farse più famose: “Il Colt lellino” (1520) – Niccolò Campani, che visse come un buffone nelle case dei ricchi.

Un altro autore di farse, populista di gusto e simpatia, è Angelo Beolko, detto Ruzzante; egli, tuttavia, fu anche influenzato dall’influenza di Plauto. Un’altra forma di commedia esisteva solo in Italia: la Commedia dell’arte. Era una commedia senza testo scritto, in cui ogni attore indossava una certa maschera tipica di uno dei tipi di commedia scritta e doveva inventare i dialoghi: lo spettacolo era interpretato secondo una breve sinossi (scenario). Nonostante l’immobilità delle maschere, il dialogo è stato particolarmente vivace qui, il gioco è sorprendente e naturale. In Commedia dell’arte, per la prima volta le donne hanno iniziato a interpretare ruoli femminili. Compagnie di questo tipo hanno viaggiato in tutta Europa e hanno avuto una grande influenza, tra le altre cose, sul teatro in Francia. Particolarmente famosa era la compagnia di Andreini di Venezia.

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Ariosto è un fantastico narratore https://www.innovari.it/portfolio/ariosto-e-un-fantastico-narratore/ Sat, 12 Sep 2020 22:41:45 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/portfolio/textile-designers-copy-2/ Ci sono strofe in questa ode, che parla della difficile situazione della patria sotto il dominio dei tiranni, tuttavia sono passati meno di cinque anni da quando l'Ariosto è entrato al servizio di uno di questi tiranni: il cardinale Hippolyte d'Este, vescovo di Ferrara.

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Ci sono strofe in questa ode, che parla della difficile situazione della patria sotto il dominio dei tiranni, tuttavia sono passati meno di cinque anni da quando l’Ariosto è entrato al servizio di uno di questi tiranni: il cardinale Hippolyte d’Este, vescovo di Ferrara. Per il divertimento del mecenate scrisse commedie imitando Plauto: “Suppositi”, “Cassandra” e altre, più serie le satire latine dell’Ariosto, sotto forma di lettere indirizzate ad amici. Qui cerca di spogliarsi di un cortigiano ed è un tipo gentile e gentile, senza molta energia e senza principi rigidi.Il suo “Furious Roland” è una continuazione di “Roland in Love” di Boyardo. La poesia di Ariosto non è impostata da alcun compito allegorico, non persegue scopi morali e istruttivi.

Ariosto è un narratore straordinario che sa come mettere vita e credibilità nelle scene più bizzarre della sua instancabile narrativa. Il sottile umorismo, versato in tutta la poesia, conferisce alla storia una graziosa facilità e una dolce frivolezza. Tipico del Cinquecento è l’atteggiamento dell’Ariosto nei confronti dei soggetti classici: non rifà più gli antichi in modo cavalleresco, come fece Boyardo; gli eroi dell’antichità per lui si rivelano umanisti istruiti, ostentando le loro informazioni archeologiche. Furious Roland fu seguito da molti romanzi simili, che servirono da lettura divertente per l’alta società. Nel 1550 il conte Vincenzo Bruzantini iniziò addirittura un seguito al poema dell’Ariosto “Angelica innamorata”, e Ludovico Dolce scrisse un’introduzione a “In Love Roland” di Boyardo, dal titolo “Prime Imprese di Orlando Innamorato”.

Il romanticismo quadrato, contraffatto, in contrapposizione all’alta società, al gusto borghese, pieno di avventure divertenti, trucchi rudi, che ricordano il fablio, trovò anche la continuazione nel XVI secolo. “. Il primo è scritto in latino, il resto – in una lingua italiana stranamente spensierata, spesso non soggetta alla già riconosciuta influenza toscana; hanno molto entusiasmo e un umorismo fresco. Più interessanti sono i nuovi tentativi del poema epico italiano Gianorgio Trissino. Il suo poema epico, “La liberazione dell’Italia dai Goti”, ricorda, nel suo disegno accademico, l ‘”Africa” ​​di Petrarca; non ebbe assolutamente successo, nemmeno tra i contemporanei Un altro poeta epico, Luigi Alamanni, volle fondere entrambi i generi narrativi: il romanzo cavalleresco e l’epica classica. Anche le sue poesie “Girone il Cortese” e “Avarchide” non possono essere definite riuscite.

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Fusione di tendenze classiche e nazionali https://www.innovari.it/portfolio/fusione-di-tendenze-classiche-e-nazionali/ Tue, 08 Sep 2020 22:41:59 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/portfolio/textile-designers-copy-6/ In ulteriore sviluppo, entrambe le direzioni, rigorosamente classica e popolare, si fusero e crearono un movimento letterario ampiamente diffuso in tutto il mondo colto, che di solito è chiamato pseudo-classico; ma all'inizio non fu affatto eccezionale come divenne nel diciassettesimo e soprattutto nel diciottesimo secolo.

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In ulteriore sviluppo, entrambe le direzioni, rigorosamente classica e popolare, si fusero e crearono un movimento letterario ampiamente diffuso in tutto il mondo colto, che di solito è chiamato pseudo-classico; ma all’inizio non fu affatto eccezionale come divenne nel diciassettesimo e soprattutto nel diciottesimo secolo. La fusione delle correnti classiche e nazionali si rifletteva principalmente nell’ampia diffusione letteraria della lingua italiana. Il predicatore dei diritti della lingua italiana, quale fu l’Alberti nel XV secolo, a cavallo del XVI secolo fu Pietro Bembo. La sua prima poesia, “Gli Asolani”, tratta dell’amore platonico cavalleresco, come allora era inteso dall’alta società.

Alla brillante e dotta corte di Papa Leone X, furono molti i poeti latini che continuarono la tradizione pontanese: Ercole Strozzi, Flaminio, Andrea Novagiero, ecc. Bembo, al contrario, prese a modello Petrarca e può essere considerato uno dei fondatori del Petrarchismo, che acquisì così il diritto di cittadinanza, accanto all’imitazione dei classici che anche Dubellay (XI, 361), uno dei primi rappresentanti dello pseudo-classicismo in Francia, riconobbe il sonetto e la canzona, insieme al latino tipi di testi. L’amore di Bembo per la sua lingua madre si esprimeva anche nelle Regole Grammaticali della Volgar Lingua, la prima esperienza della grammatica scientifica della lingua italiana. Bembo, originario di Venezia, cercò di scrivere in fiorentino, poiché non dubitava del riconoscimento del fiorentino dialetto come lingua letteraria d’Italia. L’idea di nazionalità è ormai saldamente radicata in Italia. Il suo portatore più importante era il famoso Niccolò Machiavelli.

Accanto a lui c’è Gvicardini (vedi VII, 204). Machiavelli, patriota severo e premuroso, che con ansia nel cuore ha seguito le sorti della sua patria, spesso si contrappone all’Ariosto, gioviale uomo di corte, come se non si accorgesse dei grandi eventi che lo circondano. Nel 1496 scrisse un’ode in latino, lodando la solitudine in seno alla natura.

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Opere Drammatiche https://www.innovari.it/portfolio/opere-drammatiche/ Mon, 22 Jun 2020 22:42:02 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/portfolio/textile-designers-copy-8/ Nel XV secolo apparve un nuovo tipo di creatività poetica: il dramma.

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Nel XV secolo apparve un nuovo tipo di creatività poetica: il dramma. le opere drammatiche sviluppate dal canto religioso popolare (lauda), nel XV secolo, hanno assunto la forma di “Representatione sacre”, raffigurante scene tratte dalla Scrittura; la più antica di tali commedie, “Abramo ed Isac”, risale al 1449. La vicinanza di queste commedie alla lode è chiaramente visibile dall’identità degli autori di entrambi i generi Belcari, Castellano, Pulci (fratello del suddetto poeta) e Lorenzo Medici stesso. All’inizio, il dramma religioso era considerato sacro come il culto, ma gradualmente iniziarono a penetrarvi elementi secolari: Giuda, Erode e diavoli iniziarono a essere rappresentati in forma comica. Questo spiega, tra l’altro, che il diavolo Allikino (Inferno, XXII, 118) divenne un buffone nelle commedie del XVI secolo Carattere particolarmente realistico si distingueva per “Mirasoli di Nostra Donna” e scene della vita dei santi.

Quindi, la vita di Sant’Oliva è come una storia di Stella o di una bellezza perseguitata, e Stella è il primo dramma laico in Italia. Queste performance erano semplicemente storie drammatizzate; non c’era ancora concentrazione di azione. Anche l’Orfeo del Poliziano, scritto per una vacanza di corte, non è molto perfetto. Insieme al dramma spontaneo, nel XV secolo, gli umanisti iniziarono a rinnovare il teatro classico.

Tali sono le commedie di Anthony Losch “Achilles” e Grigory Carraro “Progne”, che imitano Seneca; tale è Filodosso, il dramma allegorico dell’Alberti. Alla corte di Ferrara, nella seconda metà del XV secolo, furono rappresentate le commedie di Plauto e Terenzio. A Roma, l’umanista Pomponio Leth ha messo in scena spettacoli classici. Il dramma classico iniziò a svolgere un ruolo preminente anche nelle istituzioni educative; così Pier Paolo Bergerio ha scritto una commedia: “Paulus, comoedia ad juvenum mores corregendos”.

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