Letteratura Archives - Innovari https://www.innovari.it/category/letteratura/ arte d'italia Fri, 21 May 2021 11:28:51 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.2 https://www.innovari.it/wp-content/uploads/2021/05/cropped-art-palette_47204-32x32.png Letteratura Archives - Innovari https://www.innovari.it/category/letteratura/ 32 32 Cortile dell’Imperatore Federico II di Hohenstaufen https://www.innovari.it/cortile-dellimperatore-federico-ii-di-hohenstaufen/ Sun, 14 Mar 2021 17:49:01 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-12/ Uno dei più importanti era il cortile dell'imperatore Federico II di Hohenstaufen, che visse a Palermo, poi a Napoli.

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Uno dei più importanti era il cortile dell’imperatore Federico II di Hohenstaufen, che visse a Palermo, poi a Napoli. Sicilia e sud L’Italia era in questo momento un complesso conglomerato di vari strati culturali: greci, arabi e normanni. I primi, sebbene romanizzati anche sotto Giustiniano (552), furono rinnovati da un nuovo influsso di ellenismo. Sotto l’influenza ellenica caddero anche i Longobardi, che sostituirono i Bizantini: il longobardo Paolo Diacono è chiamato alla corte di Carlo Magno come esperto di lingua greca. Nel X secolo. ci sono ancora diverse biblioteche greche conservate, in una delle quali è stato trovato il romanzo pseudo-callisteno su Alessandro Magno, che divenne la principale fonte di Alessandria dell’Europa occidentale. Da qui, la leggenda dell’Asia Minore sull’Arcangelo Michele (Monte Gargano) è stata trasferita in Normandia (sul Mont St. Michel).

Molte altre vite dei santi orientali si diffusero in Occidente attraverso i greci dell’Italia meridionale. Nel XIII secolo. la gente comune in Puglia e Calabria parlava ancora greco; c’erano anche monasteri greci; nella regione di Otrant, il poeta Nektarios (+ 1235) era l’abate di uno di loro. Dal IX secolo. Inizia l’influenza araba.

Alla corte di Federico, ha influenzato non solo il lusso squisito e le usanze orientali, ma anche una conoscenza dell’educazione araba. Anche prima, “Ottica” di Tolomeo era stata tradotta dall’arabo; Michael Scott (nato nel 1195) introdusse per primo l’Europa ad Aristotele traducendo le sue opere dall’arabo al latino; nel 1232 queste traduzioni furono introdotte nelle università italiane. Molti libri di medicina e matematica sono stati tradotti anche dall’arabo. La terza influenza nel circolo letterario di Friedrich fu provenzale. I trovatori di Provenza sono apparsi da tempo in Italia; sono stati accarezzati dal cortile del markgr. Monferrato e Conti d’Este. Dopo la guerra albigese, soprattutto molti trovatori si riversarono in Italia e in altri paesi vicini. In giro per il mondo, intervenivano spesso in politica: ad esempio Pierre Vidal scriveva contro Genova e l’imperatore Peir Guillem de Lucerne incitava Federico contro Milano.

Avvicinando a sé i trovatori, Federico aveva in mente obiettivi non solo letterari, ma anche politici: gli giovava sostenere quei trovatori che, irritati dalla guerra albigese, erano in inimicizia con il papa, come, ad esempio, Guillam Figueira. C’erano allora molti trovatori italiani che scrivevano in provenzale: Albert Malaspina, Romberto Buvalello, Ferrari, Sordello, cantati da Dante in Purgatorio.

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Movimenti letterari nel Nord Italia https://www.innovari.it/movimenti-letterari-nel-nord-italia/ Fri, 26 Feb 2021 17:48:50 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-9/ Nel nord Italia non si può nominare un centro così definito come nel sud. Tuttavia qui esisteva un movimento letterario peculiare, al cui sviluppo parteciparono Venezia, Padova, Verona, Bologna e molte città lombarde.

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Nel nord Italia non si può nominare un centro così definito come nel sud. Tuttavia qui esisteva un movimento letterario peculiare, al cui sviluppo parteciparono Venezia, Padova, Verona, Bologna e molte città lombarde. La vicinanza della Francia, e forse un grande afflusso di crociati francesi diretti a Venezia, contribuì alla diffusione dei francesi. letteratura. St. Il marchio a Venezia ha mantenuto un gran numero di francesi. romanzi cavallereschi. Nel 1288 ai cantanti di strada era vietato cantare in francese a Bologna. canzoni (chansons de geste).

Sono apparse anche opere locali di questo tipo: “Entrée de Spagne” e “Prize de Pampelune”. L’autore della maggior parte della prima poesia si definisce un Padova; la fine della prima e tutte le seconde furono scritte da Niccolò da Verona. Entrambe le poesie celebrano la presunta conquista di Karl Vel. Spagna; sono considerati originali italiani. L’azione è spesso trasferita in Italia; Rolando risulta essere il console romano, i Longobardi sono il popolo più coraggioso. Entrambe le commedie sono scritte in un dialetto misto italo-francese; l’autore ovviamente voleva scrivere in francese, ma non è stato in grado di farlo ovunque. Una versione della canzone su Roland è stata scritta anche nella biblioteca di St. Marca. Non meno provenzale. (langue d’oc) era conosciuto in Italia e nel nord francese (langue d’oil), considerato particolarmente adatto alla letteratura narrativa: Brunetto Latini giustifica il suo scrivere il suo Trésor in francese; lo stesso è fatto da Rusticiano, che ha registrato, secondo Marco Polo, il suo viaggio.

Dante mantenne lo stesso sguardo. In lingua franco-italiana, ma per il pubblico italiano, furono scritti anche Bovo d’Antona, Macair e Rajaardo e Lesengrino, romanzi di carattere più popolare. I romanzi franco-italiani sono interessanti per la loro vicinanza al romanticismo del Rinascimento (Boyardo, Pulci, Ariosto), che da essi ha molto preso in prestito. Anche le opere religiose e morali in italiano ci sono pervenute dal Nord Italia. I loro autori: Girardo Patekio da Cremona, Pietro di Barzegana, Fra Giacomino da Verona e Fra Bonvesin da Riva. Quest’ultimo ha scritto nello spirito del popolo; le sue opere venivano cantate nelle piazze. Opere secolari italiane del XIII secolo. non siamo sopravvissuti, tranne che per una canzone veneziana in lutto per il dolce crociato; si trova in un documento commerciale. Nel centro Italia, in Umbria, nella prima metà del XIII secolo. nacque una forte eccitazione religiosa.

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Sostenibilità della tradizione latina https://www.innovari.it/sostenibilita-della-tradizione-latina/ Thu, 04 Feb 2021 17:49:10 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-14/ La lingua italiana diventa una lingua letteraria relativamente tardi (dopo il 1250): altre lingue neolatine erano state isolate quasi due secoli prima.

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La lingua italiana diventa una lingua letteraria relativamente tardi (dopo il 1250): altre lingue neolatine erano state isolate quasi due secoli prima. Questo fenomeno si spiega con la persistenza della tradizione latina in Italia. In nessun altro luogo il latino è stato così tenace, in nessun altro luogo ha avuto un uso così diffuso come in Italia. Le scuole furono il focolaio della conoscenza della lingua latina in Italia, la cui esistenza non si fermò qui né in epoca gotica né in quella lombarda.

Erano di natura relativamente laica e pratica: furono compilate linee guida pratiche per la scrittura in latino (Ars dictaminis di Alberich o Breviarium de dictamine con Monte Cassino), più attenzione fu prestata allo sviluppo dello stile e della retorica che alla conoscenza grammaticale della lingua. I latinisti tedeschi conoscevano la lingua più chiaramente, mentre gli italiani si accontentavano di assimilarla in una forma barbara. Questa lingua latina comune si rifletteva in una serie di opere: la poesia “About Milan”, “The Song of the Soldiers of the City of Modema” (924), la poesia “On the capture of two saracen city in Africa by the Genoese e Pisani “(1088), il poema sulla” Guerra delle Baleari “(1115),” Elogio di Bergamo “,” Retoromachia “di Anselm Peripatetics,” Vita di Gr. Matilda “(+ 1115) Donizon, trattato didattico:” Elegia de diversitate fortunae “di Enrico di Septimella (+ 1192).

La vitalità delle memorie classiche e la capacità di trasformarle in una nuova forma si riflettevano non solo nella lingua.Il famoso Monastero di Monte Cassino, costruito da S. Benedetto sul luogo dei culti di Apollo e Venere, nei pressi di Arpinum, città natale di Cicerone e Villa Ter. Varrone, divenne un rifugio per gli amanti dell’antichità antica. I monaci benedettini hanno portato questo amore in altri paesi. Inoltre, l’Italia era piena di ricordi degli antichi, rielaborati in chiave cristiana.

Molte leggende sono state associate ai resti di antiche architetture e architetture. Particolarmente interessanti sono le leggende sui giusti pagani: su Catone, Traiano, Virgilio. L’emergere di una nuova letteratura nazionale fu ritardata anche dal fatto che l’Italia aveva per lungo tempo perso la sua unità politica e con essa la sua identità nazionale. Nei secoli XII e XIII. centri letterari indipendenti iniziarono a formarsi in diverse parti d’Italia.

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Scuola Bologna canzone italiana di https://www.innovari.it/scuola-bologna-canzone-italiana-di/ Wed, 27 Jan 2021 17:48:24 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-3/ La poesia lirica italiana ha preso una nuova direzione nella cosiddetta scuola di Bologna. Il suo fondatore, Guido Guinicelli (VIII, 203), era allievo di Gwitton e imitava i siciliani, ma nelle sue canzonette l'amore è inteso come un sentimento edificante, nobilitante; fu posto l'inizio di quella concezione allegorica del servizio della dama, che Dante finì per identificare Beatrice con la teologia.

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La poesia lirica italiana ha preso una nuova direzione nella cosiddetta scuola di Bologna. Il suo fondatore, Guido Guinicelli (VIII, 203), era allievo di Gwitton e imitava i siciliani, ma nelle sue canzonette l’amore è inteso come un sentimento edificante, nobilitante; fu posto l’inizio di quella concezione allegorica del servizio della dama, che Dante finì per identificare Beatrice con la teologia. Così nacque un nuovo tipo di poesia, che Dante chiamava “dolce nuovo stile”. Anche l’amore per l’allegoria veniva dalla Francia. Questa era proprio l’ora dell’apparizione del romanzo della Rosa (le Roman de la Rose), presentato contemporaneamente in italiano da Durante, in 232 sonetti.

Sotto la diretta influenza del romanzo, Rosa scrisse Brunetto Latini; ha composto inizialmente in francese. lingua una vasta enciclopedia: “Le Trésor”, che è stata simultaneamente presentata in italiano. versi: “Tesoretto”. Con lo stesso spirito le opere di Francesco da Barberino (1264-1348). Francesco visse a lungo in Francia, vi incontrò Joinville, che considerava un esempio di valore cavalleresco, buone maniere e persino moralità, e tornò in patria come un entusiasta ammiratore della morale cortese. La sua vasta poesia allegorica e istruttiva, scritta in versi o in prosa, è chiamata “Documents of Love”.

L’azione si svolge nel castello di Cupido, il quale stesso, per mezzo dell’Eloquence, detta le proprie leggi. L’allegoria medievale amava ritrarre Cupido come un giudice; un’intera letteratura è stata creata su questa immagine. Il processo di Cupido si svolgeva solitamente nel suo castello, il primo maggio, alla presenza dei più illustri del suo seguito. L’amore fu così sistematizzato e subordinato a un codice rigorosamente elaborato (Andrea Carellani, “De Amore libri tres”, 1892). Il lavoro di Francesco è interessante anche per molti dettagli sulla società cavalleresca della Francia, che ci sono pervenuti solo attraverso di lui.

Un’altra opera dello stesso autore (“Discorso sulla morale delle signore”) è qualcosa di simile a Domostroi, che si basa sui principi delle relazioni cortesi. Anche qui l’autore aveva davanti a sé un modello francese: “Chastoiemeut des dames” di Robert de Blois. Allo stesso tipo appartiene un’altra opera: “Intelligentsia”. L’allegorismo è l’ultima influenza straniera sulla letteratura italiana. Ben presto, tra tutti gli elementi eterogenei che servirono a creare la letteratura nazionale in Italia, sorse qualcosa di originale e di nuovo.

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Cento nevelle antiche https://www.innovari.it/cento-nevelle-antiche/ Mon, 28 Dec 2020 17:48:42 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-7/ Le opere in prosa più interessanti di quel tempo - la famosa raccolta di 100 storie ("Cento nevelle antiche" o "Novellino") e storie sugli alberi. cavaliers ("Conti di antichi cavalieri"). Le novelle in esse narrate circolavano in Italia, oralmente o per iscritto, ed erano destinate a servire a lungo per scopi stilistici ed edificanti morali; ma sono piuttosto lo scheletro delle storie, che dovevano essere sviluppate dal talento del narratore.

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Le opere in prosa più interessanti di quel tempo – la famosa raccolta di 100 storie (“Cento nevelle antiche” o “Novellino”) e storie sugli alberi. cavaliers (“Conti di antichi cavalieri”). Le novelle in esse narrate circolavano in Italia, oralmente o per iscritto, ed erano destinate a servire a lungo per scopi stilistici ed edificanti morali; ma sono piuttosto lo scheletro delle storie, che dovevano essere sviluppate dal talento del narratore. Tali sono i fenomeni letterari in Italia che hanno preceduto la comparsa dei tre grandi poeti del Trecento. Dante (X, 113) si conclude con una potente sintesi dell’idea del Medioevo; Petrarca e Boccaccio gettano le basi per un grande futuro edificio.

L’influenza di Dante era evidente principalmente nella geografia di Fazio degli Uberti (“Dittamondo”) e negli scritti del figlio di Dante, Jacopo (“Dottrinale”). Quest’ultima opera appartiene al tipo di opere morali ed edificanti, di cui all’epoca ve ne furono molte: “Fiore di Virtu”, Canzoni Bindo Bonica e ascetiche: “Specchio de Peccati” Cavalca, “Specchio della vera Penitenza” Passovanti, “Lettere di S. Caterina da Siena ”, ecc. Più interessanti sono due famosi cronisti di Firenze, Giovanni Villani e Dino Campagni. Quest’ultimo è stato spesso messo in parallelo da Dante, poiché descrive gli stessi eventi politici che svolgono un ruolo importante anche nella Divina Commedia.

Di questo periodo risalgono anche il romanzo “L’Aventuroso Siciliano” di Bosone de Raffaelli e il dramma “Eccerinus” di Albertino Mussato. Nella “Divina Commedia” la visione del mondo medievale ha ricevuto l’espressione più perfetta e definitiva. Nella seconda metà del XIV secolo. risente della svolta nella direzione del diffuso nel XV secolo. e chiamato umanesimo.

È stato espresso, prima di tutto, nel tentativo di conoscere gli scrittori classici negli originali, non soffermandosi su idee tradizionali pervertite da idee cristiane a loro estranee. L’emergere di questa nuova tendenza fu facilitata da Petrarca e Boccaccio, sebbene allo stesso tempo fossero i successori di tipi letterari legati al Medioevo, ma trasmessi in una forma più artistica e completa. Francesco Petrarca si trasferì in un’elegante società di corte e da qui fece conoscenza con Laura, che in seguito divenne famosa per lui. Nei suoi testi d’amore, il cui centro era Laura, troviamo la stessa idealizzazione della signora del cuore come quella del popolo toscano, ma senza allegorismo e interpretazione filosofica dell’amore. Il romanzo di Petrarca è un vero romanzo; conosciamo l’aspetto di Laura, diverse scene psicologiche ci passano davanti.

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San Francesco d’Assisi https://www.innovari.it/san-francesco-dassisi/ Wed, 19 Aug 2020 17:48:31 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-5/ Fondatore dell'Ordine Mendicante (Francescani). La sua poesia su "The Sun" è scritta in volgare.

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Fondatore dell’Ordine Mendicante (Francescani). La sua poesia su “The Sun” è scritta in volgare. I suoi discepoli stabilirono passeggiate religiose e poetiche: vagavano dappertutto, cantando le loro canzoni, vestiti di stracci, nutrendosi di elemosine. I primi seguaci di Francesco scrivevano anche in latino; così, Thomas Gelano è accreditato con il famoso: “Dies irae, dies illa”. L’entusiasmo religioso si intensificò nel 1260, sotto l’influenza di disastri popolari: apparvero flagellanti, flagellanti (Disciplinati di Gesú Сristo).

Le canzoni che hanno cantato sono state chiamate laude. I loro autori sono sconosciuti, tranne uno: Fra-Jacopone di Todi. Il suo ascetismo arrivò al punto di cercare tutti i tipi di problemi e difficoltà, ma non gli impedì di prendere una forma nei testi d’amore per esprimere sentimenti mistici. Scriveva nella lingua nazionale, evitando ogni saggezza libresca, sebbene conoscesse il latino ed fosse un avvocato istruito. Le sue visioni francescane estreme lo portarono a confrontarsi con gli elementi più moderati di quest’ordine, attratti da papa Bonifacio VIII. Jacopone combatté contro il papa e compose perfino commedie satiriche contro di lui e l’alto clero. Per questo fu imprigionato e scomunicato. Lauda a volte prendeva la forma di una canzone popolare da ballo (ballata), a volte la forma di una discussione (anima con corpo). Anche queste lodi furono drammatizzate, a Perugia c’era una specie di palcoscenico per loro. Sono visti come la cellula da cui si è sviluppato il teatro popolare.

In Toscana, alla fine del XIII secolo, apparvero molti poeti, imitatori della “scuola siciliana”. Molti di loro hanno scritto sia provenzale che italiano allo stesso tempo. I testi cavallereschi, trovandosi in un ambiente alieno di comuni urbani, diventano ancora più convenzionali e acquisiscono pretenziosità e manierismo eccessivi: l’arte si riduce a un gioco di parole ea trovare rime difficili. La lingua divenne più libera dal provenzalismo e dalle forme dialettiche. Tra i poeti di questo gruppo, Dante da Maiano è noto per i suoi tenzons, che la scuola siciliana non conosceva. A poco a poco, le stanze di ogni poeta iniziarono ad essere individuate dai tenzoni, e così fu creato un sonetto. Perù Gwittone d’Arezzo possiede la canzone per la Battaglia di Monte Aperto: questa è una delle prime commedie politiche in italiano. Gwittone ha anche scritto molte commedie d’amore che hanno attirato le lodi esagerate di Dante. Le commedie del Compagnetto da Prato richiamano il sapore realistico del fablio e quel particolare tipo di canti semi-popolari che in Francia vengono chiamati canti sulle “donne sposate senza successo”.

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Filosofia della scuola di Bologna https://www.innovari.it/filosofia-della-scuola-di-bologna/ Sat, 01 Aug 2020 17:48:08 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy/ La leggenda classica ha dato nuova vitalità e veri colori alla personificazione di Cupido; la filosofia della scuola bolognese approfondì l'analisi dei sentimenti, spostando il baricentro dalle sottigliezze dialettiche alla psicologia, sollevando la questione del “cuore ben attrezzato” (cuor gentile) come vaso naturale dell'amore; L'analisi dei vari affetti d'amore arricchì il linguaggio poetico di nuove espressioni, figurative nella loro astrazione: gli "spiriti dell'amore" rispondevano a tutti i processi di impressione, entusiasmo, disperazione - spiriti tristi e gioiosi, pallidi e ardenti di vergogna.

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La leggenda classica ha dato nuova vitalità e veri colori alla personificazione di Cupido; la filosofia della scuola bolognese approfondì l’analisi dei sentimenti, spostando il baricentro dalle sottigliezze dialettiche alla psicologia, sollevando la questione del “cuore ben attrezzato” (cuor gentile) come vaso naturale dell’amore; L’analisi dei vari affetti d’amore arricchì il linguaggio poetico di nuove espressioni, figurative nella loro astrazione: gli “spiriti dell’amore” rispondevano a tutti i processi di impressione, entusiasmo, disperazione – spiriti tristi e gioiosi, pallidi e ardenti di vergogna. Questo è il linguaggio della poesia fiorentina del New Style. Il fondatore della scuola filosofica fiorentina, Guido Cavalcanti, ritratto da Boccaccio come un profondo filosofo e mondano (VI dicembre, 9), cerca di risolvere la questione della natura dell’amore nella canzone di Donna mi prega. Allo stesso tempo, si addentra in una tale giungla di profondità psicologica e sublime complessità della sillaba che il suo lavoro è rimasto per sempre un mistero per i commentatori.

Alla stessa scuola appartengono Lapo Gianni, Guido Orlandi, Lapo degli Uberti, Dante Alighierri, Chino da Pistoia e altri. Lo stesso Guido Cavalcanti ha scritto pastorali nello spirito francese. L’epoca era quindi, secondo Villani, il periodo più felice per Firenze (1283). Compaiono testi allegri, allegri: Fulgore di San Gemignano canta in una serie di sonetti il ​​piacere che augura ai suoi amici. Questo pezzo ha provocato una parodia altrettanto divertente di Chene dalla Kitarra di Arezzo.

Più gravi sono i satiri dello stesso Fulgore: qui attacca i guelfi (sebbene lui stesso appartenga a questo partito), accusandoli di vigliaccheria e vigliaccheria. Parte dello stesso gruppo di scrittori appartiene a Cecco Angolieri, il primo comico italiano. È impegnato con argomenti più realistici: la sua vecchia moglie, che ha sposato per soldi, e il padre avaro sono di solito gli obiettivi delle sue battute. Canta la sua giovane amata nei colori più realistici. Cecco era vicino a Dante e gli lanciò dei sonetti, il che portò, però, a una rottura completa tra loro.

A parte la lettera di Gwittone d’Arezzo ai fiorentini (1260), le traduzioni di trattati di Albertano, giudice bresciano (“De Amore Dei”, “De Arte Loquendi et Tacendi ecc.”, 1268) dovrebbero essere riconosciute come le più antiche monumento della prosa italiana. Poco dopo fu scritta la Piccola Cronaca di Pisa (1279). La Cronaca di Fra-Sapimbene abbraccia gli eventi dal 1167 al 1287. Allo stesso tempo appartengono diverse opere di studiosi, tradotte e originali, ad esempio. libro di astronomia di Ristoro d’Arezzo.

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Testi siciliana Scuola Italiana https://www.innovari.it/testi-siciliana-scuola-italiana/ Fri, 22 May 2020 17:48:58 +0000 http://rarathemesdemo.com/chic-lite/2020/12/18/designers-shouldnt-code-they-should-study-business-copy-11/ L'accumulo di vari elementi educativi “doveva riflettersi negli ambiti accessibili alla loro influenza con una forte fermentazione di pensiero liberatorio e critico.

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L’accumulo di vari elementi educativi “doveva riflettersi negli ambiti accessibili alla loro influenza con una forte fermentazione di pensiero liberatorio e critico. Profonde questioni di dubbio filosofico e religioso affondarono nell’anima di Federico II; su di essi corrispondeva allo studioso arabo Ibn Sabin … Il suo ideale è l’ideale del califfato cristiano; ma i suoi augustali dorati espongono il gusto dell’antik, sconosciuto agli artisti del nord. Attorno a lui si raccolgono poeti, imitatori di trovatori, che cantano per la prima volta in italiano. Era un’espressione letteraria dell’identità italiana. Federico II partecipa alla sua organizzazione e compone lui stesso canzoni di supremo amore. Il centro è stato trovato: alla sua corte, dove sono stati disegnati poeti di altre regioni d’Italia, è nata la poesia lirica italiana ”.

Le liriche italiane della cosiddetta “scuola siciliana” non brillano di originalità. Le canzoni di Pierre della Vigna, dello stesso Friedrich, del figlio Enzio, Guido e Odo delle Colonne, Giacomo Lentini e altri non sono altro che un’imitazione fredda e servile dei poeti di Provenza. Solo dalle poesie di Giacomo Pugliese e Odo delle Colonne si respira vita e verità vera. Separatamente si erge “Contrasto”, Chullo d’Alcamo. Ecco una conversazione tra una ragazza e un giovane che cercano il suo amore; la ragazza cerca di respingerla con vari motivi, ma la faccenda finisce con la completa fortuna dell’amante (Contrasto significa dialogo, disputa). Questa forma, indubbiamente di origine popolare, era molto comune nel Medioevo; questi sono: “Controversia tra inverno ed estate”, “Controversia tra anima e corpo”, “Controversia tra una bruna e una bionda”, “Frivolo e saggio” e altri.

Il lavoro di Chullo ricorda in parte i vecchi pastorali francesi. Ha evocato molte interpretazioni diverse: alcuni sono inclini a vedere in essa un’opera puramente popolare, un residuo di una poesia lirica italiana indipendente; altri, al contrario, lo considerano imitativo e appartenente alla “scuola siciliana”. È scritto in siciliano, con latinismi e provenzalismi. La Scuola Siciliana ha aperto la strada alla formazione della lingua italiana letteraria e ha sviluppato i principali tipi di poesia lirica italiana: la canzona e il sonetto.

Canzona corrisponde alla stessa forma in francese. testi (chanson, prov. canzo). Fin dall’inizio, la canzona italiana era la stessa di quella del Petrarca, cioè a quel tempo la sua forma di undici e sette piedi era già nota. Il sonetto è, a rigor di termini, un estratto dalla canzona. I provenzali chiamavano tali commedie “strofe frammentarie” (coblas esparsas) e spesso le utilizzavano per commedie moralistiche. Nella scuola siciliana questa forma è ancora rara.

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