Letteratura

Cento nevelle antiche

Cento nevelle antiche

Le opere in prosa più interessanti di quel tempo – la famosa raccolta di 100 storie (“Cento nevelle antiche” o “Novellino”) e storie sugli alberi. cavaliers (“Conti di antichi cavalieri”). Le novelle in esse narrate circolavano in Italia, oralmente o per iscritto, ed erano destinate a servire a lungo per scopi stilistici ed edificanti morali; ma sono piuttosto lo scheletro delle storie, che dovevano essere sviluppate dal talento del narratore. Tali sono i fenomeni letterari in Italia che hanno preceduto la comparsa dei tre grandi poeti del Trecento. Dante (X, 113) si conclude con una potente sintesi dell’idea del Medioevo; Petrarca e Boccaccio gettano le basi per un grande futuro edificio.

L’influenza di Dante era evidente principalmente nella geografia di Fazio degli Uberti (“Dittamondo”) e negli scritti del figlio di Dante, Jacopo (“Dottrinale”). Quest’ultima opera appartiene al tipo di opere morali ed edificanti, di cui all’epoca ve ne furono molte: “Fiore di Virtu”, Canzoni Bindo Bonica e ascetiche: “Specchio de Peccati” Cavalca, “Specchio della vera Penitenza” Passovanti, “Lettere di S. Caterina da Siena ”, ecc. Più interessanti sono due famosi cronisti di Firenze, Giovanni Villani e Dino Campagni. Quest’ultimo è stato spesso messo in parallelo da Dante, poiché descrive gli stessi eventi politici che svolgono un ruolo importante anche nella Divina Commedia.

Di questo periodo risalgono anche il romanzo “L’Aventuroso Siciliano” di Bosone de Raffaelli e il dramma “Eccerinus” di Albertino Mussato. Nella “Divina Commedia” la visione del mondo medievale ha ricevuto l’espressione più perfetta e definitiva. Nella seconda metà del XIV secolo. risente della svolta nella direzione del diffuso nel XV secolo. e chiamato umanesimo.

È stato espresso, prima di tutto, nel tentativo di conoscere gli scrittori classici negli originali, non soffermandosi su idee tradizionali pervertite da idee cristiane a loro estranee. L’emergere di questa nuova tendenza fu facilitata da Petrarca e Boccaccio, sebbene allo stesso tempo fossero i successori di tipi letterari legati al Medioevo, ma trasmessi in una forma più artistica e completa. Francesco Petrarca si trasferì in un’elegante società di corte e da qui fece conoscenza con Laura, che in seguito divenne famosa per lui. Nei suoi testi d’amore, il cui centro era Laura, troviamo la stessa idealizzazione della signora del cuore come quella del popolo toscano, ma senza allegorismo e interpretazione filosofica dell’amore. Il romanzo di Petrarca è un vero romanzo; conosciamo l’aspetto di Laura, diverse scene psicologiche ci passano davanti.

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